giovedì 31 maggio 2012

Un Fil di Fumo

Ho conosciuto Davide Mana, dal punto di visto strettamente letterario, grazie alla round robin 2 Minuti a Mezzanotte, ideata da Alessandro Girola. E visto quel che aveva scritto, ma soprattutto come lo aveva fatto, mi son messo a seguire il suo blog. Casualità vuole che pochi giorni dopo, in relazione al suo compleanno, Davide decide di regalare un suo racconto, uscito circa 15 anni fa, in formato digitale. E chi sono io per dir di no.
Come specificato dall'autore, ma che risulta ben chiaro mentre si legge, "Un fil di fumo" riporta la mente ai racconti di H.P. Lovercraft, anche se un po' imbastarditi, e questo non è affatto un male, con quella che è la mentalità e la visione della vita dei nostri lontani amici giapponesi.
Si avverte subito la differenza culturale, già nei primi paragrafi tramite i ricordi del protagonista, per poi divenire più marcata nel momento dell'arrivo in terra nipponica. I caratteri e le mentalità dei due investigatori si scontrano subito, ma i disaccordi vengono poi eliminati dalla necessità di far fronte comune contro un qualcosa che, come giustamente accadeva in Lovercraft, sfugge a qualsisi razionalità. Occidentale od orientale che sia.
Dicevo che questo racconto strizza l'occhio allo scrittore di Providence, ma non a causa di riferimenti ai miti di Chtulhu o a qualche visione di R'lyeh durante qualche sfumazzata. Si avvicina a Lovercraft per questa sua abilità di far percepire e immaginare, ancor prima di far vedere, ciò che il Male (non è un typo, l'ho scritto maiuscolo di proposito) ha portato nella vita delle persone protagoniste di questo racconto.
La lettura scorre fluida, anche se ci sono stati dei passaggi temporali troppo netti che mi hanno un po' disorientato, e lo stile di Davide Mana ogni volta mi affascina.
Se ancora non lo conoscete, mi permetto di consigliarvelo, e visto che "Un fil di fumo" si legge nel tempo di fumarsi un buon sigaro (cosa che ho fatto), direi che val la pena rischiare.


Ave,

Valerio